Padovaaccoglie rilancia


padovaaccoglie

Padova Accoglie

Una “grande” manifestazione sotto i riflettori dei media nazionali, lo scorso 15 maggio, poi il lavoro “sul campo” nei tanti aspetti dell’accoglienza. Il percorso di “padovaaccoglie” (tra i primi cinque TT a livello italiano il giorno della manifestazione) torna allo scoperto dopo un’estate di polemiche contro l’accoglienza, tra marce, fiaccolate ed eventi a dir poco sconvolgenti come i “fatti di Quinto”. Il movimento, promosso da Cooperativa Percorso Vita, Beati i Costruttori di Pace, Asu, Casa Don Gallo e Liberalaparola/Centro sociale Pedro, aveva organizzato per il 15 maggio un’iniziativa per contrastare la prevista fiaccolata dell’Associazione Commercianti del Centro organizzata per “dire no” alla presenza dei profughi in appartamenti del centro (regolarmente affittati dalle cooperative che si occupano di accoglienza). In una giornata piovosa in piazza Garibaldi si erano ritrovate almeno mille persone e lo stesso sindaco Bitonci aveva sospeso la fiaccolata, che si era tenuta poi la settimana successiva.

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Fiaccolata anti profughi dell’Acc

A quest’ultima iniziativa avevano preso parte circa 300 persone. In molti avevano salutato la cosa come un flop, ma il segnale evidente è stato che anche gli istinti razzisti e xenofobi cominciavano a sentirsi legittimati a farsi vedere in piazza. Una legittimazione che a cascata è arrivata anche alla destra forzanuovista.

Padova Accoglie, dopo che a Bagnoli si è tenuta l’ennesima manifestazione pubblica contro l’accoglienza degli ultimi mesi in Veneto, è tornata sul tema chiamando a raccolta tutte le realtà padovane che si riconoscono in una città aperta anche a chi scappa da fame, guerra, terrore.

Nel comunicato pubblicato il gruppo inizia la sua riflessione proprio dall’attualità: “Restiamo senza parole di fronte alla non gestione dell’immigrazione che sta avvenendo nel nostro territorio; quello che Zaia e sindaci leghisti stanno mettendo in campo è un vero e proprio aumento del degrado: abbandonando i richiedenti asilo a se stessi, fingendo che non esistano, non si fa altro che spingerli nelle mani della criminalità organizzata, dallo spaccio alla prostituzione. Scenari come quello di Quinto, di Casale San Nicola a Roma o di Bagnoli mettono in evidenza un degrado valoriale sul quale si innesta una vera e propria guerra tra poveri. […] Ma con quale arroganza ci si può permettere di sentirsi infastiditi da una persona che migra per cercare una vita più degna? Non è forse la stessa ragione che ha fatto muovere decenni fa oltre 25.000.000 di italiani tra cui 3.000.000 di veneti verso le Americhe o altri paesi europei?”.

Di fronte ad un uso strumentale della questione, da una parte e dall’altra, nello stesso comunicato si legge una considerazione talmente semplice da apparire banale per chi segue anche da lontano la questione: «In tutto ciò i migranti continuano e continueranno ad arrivare. Un fenomeno come questo, che porterà a delle importanti trasformazioni nel nostro tessuto sociale nei prossimi lustri, dovrebbe essere gestito, prefigurato e governato con lungimiranza cercando di creare i meccanismi più giusti per poterne estrarre ricchezza vera, umana e materiale, mettendo in campo le migliori forze che abbiamo, a partire dalle eccellenze delle nostre università. E Rimaniamo desolati a registrare invece che l’unica preoccupazione dei nostri amministratori rimane quella del NYMBY (Not In My Back Yard ): basta che non vengano da me, nel mio giardino».

La proposta di Padovaaccoglie vuole essere un’altra, improntata ad una visione più globale: «Crediamo che la strada da percorrere sia quella di un impegno serio per rispondere a questa situazione, che ci rifiutiamo di chiamare “emergenza”. Un impegno che veda l’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni tutte, attraverso un coordinamento tra le stesse e gli enti preposti all’accoglienza. Quest’ultima sosteniamo vada gestita a step con una successione di fasi, innanzitutto con la creazione di “piccoli hub” provinciali destinati ad accogliere le richieste e a smistarle nelle diverse strutture di accoglienza, le quali necessariamente non possono che lavorare nell’ottica della micro accoglienza. Questa soluzione infatti si è dimostrata la più efficace e meno impattante col minore impatto sul territorio locale, anche in vista del futuro delle persone accolte, le quali tra qualche mese si troveranno di fronte alla risposta della commissione che esaminerà la loro richiesta».

Il comunicato si chiude quindi con un appello: «Padova Accoglie apre le proprie porte a tutte le associazioni, singoli cittadini, realtà che operano nel campo della migrazione o che semplicemente credono che una Padova, un Veneto, un’Italia, un’Europa accogliente possano esistere, così come un’accoglienza degna. Per chi vuole condividere ed essere partecipe di un percorso in questa direzione in vista di una assemblea regionale da tenersi a settembre al fine di costruire importanti momenti di pressione verso chi sta facendo delle nostre terre un deserto di valori e uno sfascio sociale».

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