Cronaca di un’indifferenza


balzerani

Una presenza passata stranamente sotto silenzio. Nell’indifferenza generale è arrivata a Padova, per presentare il suo ultimo libro “Lascia che il mare entri”, Barbara Balzerani. Un nome che ha segnato la storia d’Italia, quello di una donna che ha avuto ruoli di primissimo piano, fino a diventare di fatto il “capo”, della più importante organizzazione politica armata che abbia operato in Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale. In una città abituata a polemiche sterili e spesso pretestuose nessuno, né da destra né soprattutto dalla sinistra istituzionale, ha voluto stracciarsi le vesti per la sua presenza in città. O forse nessuno se ne è accorto.

La scrittrice, autrice di cinque libri tutti editi da Derive Aprrodi, ha raccontato alla Libreria delle Donne il suo ultimo lavoro, come negli altri casi agile nella fogliazione ma non nella lettura, in cui si intrecciano storie familiari e la storia di un paese. Barbara Balzerani parte dalla vicenda della nonna, contadina di un Veneto rurale di cui per primi i veneti hanno scordato l’esistenza, in perenne lota anche solo per mettere un piatto a tavola.

A raccontato della madre, che invece si è trasformata in operaia, non specializzata, negli anni del boom, contenta perchè il piatto in tavola ora ci arrivava, anche se a prezzi di umiliazioni ed alienazioni. Ha raccontato la storia di una generazione perduta tra sogni e disillusioni.

Molti nomi di protagonisti della lotta armata, di “terroristi”, fanno oggi più paura, creano più scompiglio di quello di una donna che ha scontato 21 anni di carcere dopo essere stata protagonista di una stagione decisiva della storia italiana. Forse è meglio così, perchè ora è possibile discutere dei suoi libri, “difficili”, “pesanti”, ma che portano con loro non solo la memoria di quella stagione, ma anche innegabili qualità letterarie.

Sabato 3 ottobre “si replica”: per la terza volta a Padova arriva un’altra rivoluzionaria, Silvia Barladini. Attorno a lei, alla sua vicenda giudiziaria e carceraria, vent’anni fa non mancavano discussioni e prese di posizione. Ora presenterà il libro “Sebben che siam donne”, edito sempre da Derive Approdi, di Paola Staccioli, che di rivoluzionarie racconta tante storie e tante vite. Silvia Baraldini e l’autrice saranno alle 19 alla Marzolo Occupata.

,

I commenti sono stati disattivati.