A Bagnoli anche una Carovana di solidarietà


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Ci saranno anche cittadini solidali, associazioni, sindacati, comitati di base domenica 13 settembre a Bagnoli. Matteo Salvini, nel padovano per un appuntamento a Cittadella, ha promesso di “occupare” l’ex base Nato di San Siro, che sembrerebbe destinata a diventare il nuovo “hub” per lo smistamento dei profughi nel padovano. In realtà al riguardo non esiste ancora nessuna certezza, con l’ex caserma Prandina in centro a Padova che continua a ospitare numeri importanti di persone in tende di fortuna e i sindacati di polizia che pronosticano la presenza di “oltre tremila profughi” nel centro di Bagnoli. Intanto la cittadina della bassa padovana è già mobilitata contro arrivi per ora solo teorici (nella foto).Così mentre il Partito Democratico cittadino manifesta a “sostegno dell’operato del Prefetto” che non è riuscita a trovare ancora una soluzione più umana in vista dell’inverno per alcuni centinaia di profughi, una serie di realtà sociali ha organizzato per domenica 13 alle 10 del mattino una “Carovana di solidarietà” per provare a far sentire un punto di vista diverso, contro da una parte il rifiuto a priori dell’accoglienza e della solidarietà e dall’altro una giustificazione a soli scopi elettorali di una gestione che rimane per lo peno “perfettibile”.

A lanciare l’appello il comitato “Lasciateci respirare” di Monselice, Razzismo Stop, Casa dei Diritti Don Gallo, Adl Cobas, tante realtà locali e non e molti singoli.

«Esprimiamo la nostra solidarietà a chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. Stiamo dalla parte di chi abbandona tutto, di chi si affida ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e spera di arrivare integro al di là, per ritrovare poi un ignoto che a volte ti respinge, ma di cui hai bisogno – si legge nell’appello – Tentare di fermare chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche non è accettabile umanamente né praticamente possibile, visto che muri, fili spinati, eserciti schierati non hanno mai raggiunto gli obiettivi per cui sono stati pensati».

I promotori sottolineano come esista una “terza via” tra la prospettiva di chiudere ogni porta e di alzare mura e quella di procedere con gli strumenti messi attualmente in campo: «Non ci sono soluzioni semplici, ma la peggiore che si possa immaginare è quella di concentrare centinaia di persone in un ghetto, per questo motivo sono da rifiutare le proposte di realizzare degli hub come nel caso dell’ex base dell’aeronautica di San Siro. Sosteniamo questa posizione per motivi opposti a quelli che muovono il fomentatore Salvini e altre forze dichiaratamente fasciste presenti all’attuale presidio. Noi crediamo in un’accoglienza diffusa nei territori con la quale creare veri e propri percorsi di integrazione e di inserimento sociale, nel rispetto di tutti. Non possiamo più assistere in silenzio ai rigurgiti fascisti, razzisti e xenofobi che stanno montando nei nostri paesi e che individuano nei migranti la causa della nostra povertà».

Le soluzioni vanno cercate a livelli diversi e complessi: «Chiediamo con forza i primi necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali – concludono – Certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature; accoglienza degna e rispettosa per tutti; chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti;  creazione di un vero sistema unico di asilo in Europa che superi il regolamento di Dublino».

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