Prandina, pieno di solidarietà


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L’ex caserma Prandina, da mesi ormai hub per i profughi che arrivano a Padova, non sembra svuotarsi. Nonostante le assicurazioni del sindaco di Padova che mesi fa a cantato vittoria assicurando che lo spazio non sarebbe più stato destinato all’accoglienza dei richiedenti asilo, nelle tende sistemate all’interno del giardino continuano a restare molte persone. Polizia o carabinieri all’ingresso a qualsiasi ora del giorno, il continuo sospetto dei padovani, il freddo che si fa sentire sempre più pungente sotto le tende sono gli unici compagni dei profughi. Tanti ragazzi, molti giovani e giovanissimi, che di giorno non possono che restare nel parchetto di fronte all’ex caserma, o provare a passeggiare per la città.In questi giorni (venerdì 16 e sabato 17) alcune realtà padovane hanno provato a portare solidarietà alle persone accolte nella struttura, mentre la Prefettura cerca faticosamente di ridistribuire queste persone tra i 104 comuni della provincia. Prima l’iniziativa di Bios Lab, che ha organizzato una jam session sulla collina, portando strumenti e amplificatori e ha organizzato un pomeriggio musicale autogestito dagli immigrati assieme a musicisti padovani.

prandina399Sabato invece sono stati gli studenti della mensa Marzolo occupata a dare vita ad un presidio di fronte alla caserma. In questo caso i manifestanti non si sono però potuti avvicinare alla zona della Pradina e sono rimasti sul lato opposto della strada, stendendo striscioni, volantinando e gridando slogan. Oltre al tema dell’accoglienza gli attivisti hanno portato in strada quelli del lavoro e della casa, oltre alla solidarietà con i palestinesi dei territori occupati. Domenica 18 ottobre dalle 17 la mensa organizza, assieme all’associazione Quadrato Meticcio, poi un torneo di calcio, nel giardino di via Marzolo, cui parteciperanno anche i migranti.

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