Cresce la tensione abitativa, sgombero nel quartiere Palestro


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La tensione attorno al problema casa cresce sempre più anche a Padova. Lunedì 10 agosto una famiglia composta da una donna, di origine marocchina ma cittadina italiana, e dal figlio dodicenne è stata sgomberata con un massiccio intervento delle forze dell’ordine: dalle 6.30 del mattino sono infatti intervenuti sul posto tre cellulari e un’auto del Reparto Mobile della Polizia, due agenti della Polizia Locale in moto oltre agli agenti della Digos, all’ufficiale giudiziario e agli operatori dei servizi sociali. Al termine di una lunga mattinata di trattativa, con la famiglia a lungo barricata dentro la casa, di proprietà dell’Ater, occupata un anno fa in via Lago Ascianghi (a due passi da via Palestro), la donna e il figlio sono stati comunque costretti a fare le valigie: saranno accolti temporaneamente in una struttura convenzionata con il comune.sgombero-palestro_01

Sul posto avevano programmato un presidio anti-sgombero gli attivisti del Comitato di Lotta per la Casa del quartiere, che già era intervenuto in occasione del primo accesso dell’ufficiale giudiziario nello scorso marzo e che nella zona sostiene l’occupazione di altre sei abitazioni di propriertà dell’Ater. Militanti del Comitato, donne, bambini e famiglie sotto la minaccia di sfratto in altre situazioni sono arrivati nella zona verso le 7 del mattino, trovando già la via bloccata dagli agenti e dai mezzi della Polizia.

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All’interno della casa erano presenti invece uno degli attivisti e due giovani, oltre agli occupanti. I tre hanno provato a barricarsi all’interno dell’abitazione, spostando il mobilio, ma non sono riusciti a fermare l’ingresso dell’ufficiale giudiziario e dei tecnici, che hanno scardinato la porta di ingresso, successivamente blindata. Si sono verificati anche dei momenti di forte tensione quando la madre delle due ragazze all’interno della casa, sentendo le urla delle figlie, ha provato a entrare nella via, bloccata con forza dagli agenti, nonostante tenesse in braccio il figlio di pochi mesi. Dopo un veloce, ma teso, conciliabolo, alla donna è stato permesso di passare.

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Il gruppo di persone rimasto fuori dalla via ha provato a trasmettere solidarietà al gruppetto (nella foto), bloccando anche per alcuni minuti via Palestro, dove sono rimasti fermi un autobus e alcune auto per un breve lasso di tempo. Alla fine però la famiglia, dopo circa quattro ore di trattative, ha dovuto lasciare la casa per la sistemazione di fortuna e provvisoria offerta dai servizi sociali del comune. Le persone presenti, dopo aver aiutato la donna, uscita in lacrime dalla casa, con le valigie che contenevano ora tutto il suo mondo, hanno organizzato un breve corteo che si è diretto fino alle sede locale dell’Ater, l’ente che gestisce il patrimonio immobiliare pubblico a Padova e provincia.

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Il corteo ha attraversato la rotonda di corso Milano, uno dei principali ingressi in città, bloccando il traffico mentre gli attivisti gridavano slogan e distribuivano volantini che spiegavano l’attività e le vertenze del Comitato di Lotta per la Casa. Una volta arrivati davanti agli uffici ancora una volta gli attivisti sono stati bloccati dalle forze dell’ordine (nel frattempo sono intervenute anche due jeep dei Carabinieri). Una delegazione è riuscita però ad accompagnare la donna vittima dello sgombero ad un colloquio con i dirigenti Ater.

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«Noi continueremo ad occupare, loro a spendere 50 mila euro al giorno per uno sgombero».

Dopo il colloquio, che non ha portato a risultati concreti, gli attivisti e le famiglie coinvolte nella giornata, hanno confermato la loro intenzione nel proseguire con le occupazioni e la resistenza agli sfratti, nonostante gli interventi delle forze dell’ordine diventino sempre più frequenti, soprattutto nel caso di case Ater occupate.

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